San Fiorenzo - PARROCCHIA DI SAN LORENZO - CAMPIGLIA MARITTIMA (LI)

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San Fiorenzo

storia


San Fiorenzo, Vescovo di Populonia (+554)

Patrono di Campiglia Marittima

Sotto l'altar maggiore della chiesa di San Lorenzo, in un reliquiario secentesco, sono custodite le reliquie del Vescovo Fiorenzo, che Campiglia venera dal 1623 come suo celeste Patrono.
Storicamente la figura di san Fiorenzo è legata a quella del Vescovo San Cerbone, patrono principale delle Diocesi. Infatti San Gregorio Magno nei suoi Dialoghi, narrando le gesta del più famoso Cerbone, dice che succedette nell'episcopato al Vescovo Fiorenzo.
Sembra una leggenda priva di fondamento che Fiorenzo sia stato nel gruppo di quegli africani che, nel VI secolo, insieme al loro vescovo S. Regolo, fuggirono dalle coste dell'africa settentrionale  per sfuggire alla persecuzione dei Vandali ariani.

E' invece da ritenersi che questo piccolo gruppo di esuli, del quale oltre a S. Regolo faceva parte anche S. Cerbone, abbia trovato accoglienza presso la comunità cristiana che aveva il suo centro nell'antica città di Populonia e della quale Fiorenzo era Vescovo (1). L'integrazione tra i due gruppi deve essere stata così favorevole che al Vescovo "autoctono" succedette, dopo che questo morì, un Vescovo africano.


Così si elencano i Vescovi della nostra Diocesi: Asello (che partecipò al Sinodo Romano del 501), Carbindo e Fiorenzo al quale subentrò come Vescovo di Populonia l'africano San Cerbone.

Le reliquie di San Fiorenzo devono aver avuto una sorte simile a quelle di S.Cerbone.

A causa dei frequenti aggressioni saracene che provenivano dal mare, intorno al IX secolo, la Sede Vescovile da Populonia fu trasferita nell'entroterra, prima in una zona detta Cornino, nei pressi di Suvereto, poi definitivamente a Massa Marittima (sec XII).

Fu a causa dell'abbandono della priminitiva cattedrale che si pensò di porre al sicuro da sicure profanazioni, in località lontane dalla costa, anche le reliquie dei corpi di quei Vescovi che già la comunità venerava come santi.

Così le reliquie di S. Cerbone giunsero a Massa Marittima, dove ancora oggi sono custodite nella Cattedrale nella preziosa arca marmorea scolpita da Goro di Gregorio.

Il corpo del Vescovo S. Fiorenzo trovò invece la sua collocazione a Campiglia Marittima, custodito in un reliquiario, posto sotto l'altar maggiore, ma ben visibile ai fedeli.


San Fiorenzo è ricordato dalla comunità campigliese ogni anno il 15 maggio, in quel giorno le sue reliquie (vedi foto) sono portate in processione per le strade del paese.


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(1) "... giunse il beato Cerbone nella città di Populonia, in cui era la chiesa della Beata Maria Madre di Dio e c’era vescovo il venerabile Fiorenzo, di giorno e di notte dedito all’orazione con ogni fervore.

Come il venerabile vescovo Fiorenzo vide il beato Cerbone, fu preso da grande gioia, lo raccolse con ogni amore e onore, vivendo insieme e servendo il Signore con diligenza e con semplicità di cuore; anche tutto il popolo ne godeva, perché aveva udito molte e grandi meraviglie di Cerbone. Avvenne in quei giorni che il beato Fiorenzo si addormentasse nel Signore e il beato Cerbone vedesse la sua anima trasportata dagli angeli in cielo. Furono riuniti i cittadini e i chierici della città di Populonia e dissero unanimi a Cerbone: “Tu sarai il nostro Pastore, perché sappiamo che dal Signore tu fosti indirizzato qua per reggere il nostro popolo”. (SAN GREGORIO MAGNO, I Dialoghi)

Nel corso degli ultimi restauri nella Cattedrale di Massa Marittima, nella parte sottostante la cupola, sono stati ritrovati frammenti di affreschi ducenteschi che offrono interessanti informazioni sulla datazione della cupola stessa.
Tra i frammenti più belli è quello (vedi foto) raffigurante due Santi Vescovi. L'autore, forse Enrico di Tedice (sec.XIII), raffigura un Vescovo in posizione eretta che sembra imporre la mitria sul capo dell'altro, il quale con lo sguardo e il profondo inchino si dimostra in atteggiamento di riverenza rispetto al primo.
Trattandosi dell'unica scena rimasta di quello che doveva essere una vasto ciclo pittorico, comprendere che cosa il pittore abbia voluto raffigurare non può essere che un'ipotesi. Tuttavia è fortemente probabile che si tratti dei santi Fiorenzo e Cerbone. Quanto scrive san Gregorio Magno, di come Fiorenzo abbia accolto il confratello esule "con amore e onore" e di come vissero insieme "servendo il Signore con diligenza e semplicità di cuore", potrebbe avere ispirato al pittore il gesto dell'imposizione della mitria a rappresentare come Fiorenzo avesse, con la sua stima, indicato Cerbone quale suo successore. S. Gregorio racconta infatti che cittadini e chierici, riuniti dopo la morte di Fiorenzo, non esitarono ad indicare Cerbone come loro pastore.
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